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Malawi, Etiopia, Guinea Conakry, Liberia, Yemen, Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Sierra Leone, Burkina Faso, Eritrea, Mali, Burundi, Sudan, Ciad, Sud Sudan, Repubblica Centroafricana, Niger, Libano, Afghanistan. Sono i Paesi più poveri del mondo e saranno al centro di «The Last Twenty», contraltare dei G20 che si incontreranno a Roma dal 21 al 23 ottobre con presidenza italiana: la parola che fa da trait d’union ai quattro incontri è «riequilibrio».

Ci siamo pure noi e abbiamo diritto ad una vita degna”. È questo il messaggio che The Last Twenty (Gli ultimi venti), ossia il G20 degli ultimi, vuole lasciare.

L’evento si svolgerà quest’anno in Italia, partendo a luglio da Reggio Calabria, con una serie di incontri divisi in quattro giornate. Folto è il numero di paesi che parteciperanno. Tra questi, gli stati africani hanno un peso importante.

È evidente – si legge nella nota di presentazione dell’evento – che una parte del mondo, circa il 35% della popolazione mondiale, che vive le peggiori condizioni di povertà ed emarginazione, non viene presa in considerazione.

Mentre nel 2021 -sotto la Presidenza italiana- si riuniscono in panel, simposi e incontri i rappresentanti dei G20, con il culmine del Vertice dei Leader G20 di Roma (30-31 ottobre), il comitato “The Last 20” ha deciso di riunire i rappresentanti dei “L20”, ovvero i venti Paesi più “impoveriti” del Pianeta (vedi l’elenco in calce) in base alle statistiche internazionali sui principali indicatori socio-economici e ambientali. 

L’evento “The Last 20” vuole cambiare il punto di vista sul mondo e invita a guardarlo con gli occhi degli “ultimi”.
Afferma Tonino Perna, tra i promotori del comitato: “The Last 20 misura la temperatura sociale, economica e ambientale del Pianeta, visto come un organismo vivente, e analizza i punti più sensibili della Terra, scoprendo i mutamenti che stiamo attraversando e andando alla radice dei problemi e delle contraddizioni del nostro tempo”. L’obiettivo principale di “The Last 20” è quindi politico: affermare che i Last 20 esistono e soprattutto “i Last 20 contano” e non possono essere dimenticati. 
I temi portanti che saranno affrontati nelle tappe di The Last 20 sono cinque:

  • Il climate change e i suoi effetti su questi Paesi, in particolare su quelli dell’Africa sub-sahariana.
  • La questione sanitaria in Paesi con una bassa aspettativa media di vita, debolissime strutture sanitarie, in una situazione aggravata dalla pandemia.
  • La fame e l’impoverimento e la risposta dei soggetti sociali locali che resistono e si organizzano, come contadini, studenti, donne, artigiani.
  • L’immigrazione, l’accoglienza e l’intercultura, per conoscere davvero questi Paesi, la loro storia e la loro cultura al di là degli stereotipi. Il ruolo dei corridoi umanitari e della cooperazione decentrata.
  • Il ruolo politico dei Paesi L20, infine, per far sentire la voce degli ultimi nelle sedi appropriate.

E’ necessario un RIEQUILIBRIO  sia territoriale che sociale, una convergenza che superi le attuali, crescenti, diseguaglianze, un RIEQUILIBRIO nel rapporto tra la società umana e la natura, nel rapporto tra città e campagna, per ripristinare il patrimonio naturale ereditato, un RIEQUILIBRIO nel rapporto tra economia reale e finanza per non caricare più le nuove generazioni di pesi insostenibili (debito finanziario e debito ecologico).

Il mutamento climatico, la questione sanitaria, la fame e l’impoverimento, immigrazione e accoglienza, intercultura, il ruolo politico di questi paesi, saranno i tempi principali che verranno affrontati.

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Il programma:

Dal 22 al 25 luglio: inaugurazione a Reggio Calabria. Quattro giorni con rappresentanze delle ambasciate e/o “governi in esilio”, delle culture di questi paesi (mostre, artigianato, spettacoli). Incontro con esperti e testimoni su flussi migratori e politiche di accoglienza, corridoi umanitari e cooperazione decentrata.

9 e 11 settembre a Roma: due giorni di incontri su contrasto alla povertà, alla fame, alla malnutrizione e sulla responsabilità della UE nel rilancio della cooperazione internazionale.

17-20 settembre: L’Aquila, Sulmona, Agnone, Castel del Giudice, Colle d’Anchise. I più piccoli insieme ai più poveri per costruire il futuro a partire dall’oggi. Le seconde e terze generazioni di immigrati.  Il superamento dei conflitti: il ruolo delle Ong.  Il dialogo interreligioso.

Dal 26 al 30 settembre a Milano: incontro con i rappresentanti dei paesi sul “mutamento climatico”, sulla tutela ambientale, la salute, altreconomia.

3 e 4 ottobre Santa Maria di Leuca: campo internazionale per la pace. Un documento da presentare al G20 verrà stilato e presentato al Parlamento europeo e ai mass media italiani e stranieri.

Scarica il documento The Last 20 “Chi siamo” dal sito https://thelast20.org, sezione Press