Ventisette anni, trovato impiccato in carcere. Un altro suicidio, dopo quello di qualche mese fa, purtroppo.
Mentre in città si procede ai tagli dei nastri ad un mese dal voto – segno evidente che in cinque anni non si è governato nulla – dal Carcere di Benevento arriva un altro grido disperato per una mancata presa in carico delle persone detenute, in particolare quelle affette da problemi psichici.
Come denuncia anche “Antigone”, secondo i dati del Ministero della giustizia, nel 2019 si sono verificati in totale 53 suicidi, con 8,7 suicidi ogni 10.000 detenuti mediamente presenti, 8,376 atti autolesionistici e 939 tentativi di suicidio. Secondo i dati raccolti dal Dossier “morire di carcere” di Ristretti Orizzonti, fino a dicembre 2020 si sono verificati 55 suicidi all’interno delle carceri.
Il Garante dei Detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello, è intervenuto molto duramente denunciando che a Benevento non è attivo un sistema di co-progettazione e presa in carico dei problemi che i detenuti vivono in carcere.
Condivido la sua preoccupazione e penso che la soluzione sia di una semplicità ai limiti del banale: occorre istituire con urgenza un tavolo che attivi il sistema di progettazione personalizzata sui detenuti, con e senza patologie psichiatriche.
Spesso nelle carceri esistono i “Reparti di osservazione psichiatrica” dove vengono trasferiti i detenuti che hanno un problema di salute mentale, ospitati nelle cosiddette “celle lisce”, piccole stanze vuote, dove non c’è praticamente nulla, se non un materasso e pochi altri oggetti che non possano essere utilizzati come appiglio per eventuali gesti violenti contro sé stessi.
Ma il vuoto e l’isolamento aggiungono solo solitudine a solitudine e il malessere si ingigantisce.
La progettazione personalizzata utilizza sia misure alternative alla detenzione con inserimento in piccole attività lavorative sia équipe che seguono il paziente, anche detenuto, psichiatrico nella sua vita dentro e fuori dal carcere.
Dal 2003 ho promosso la piattaforma “Libertà Partecipate” per costruire progetti personalizzati di misure alternative per tutte le persone fragili.
Da ottobre, se sarò eletto Sindaco, ancora più di quanto facciamo oggi come rete nazionale, sarò impegnato anche come Comune di Benevento a fare squadra urgentemente con la direzione del Carcere e con il personale e soprattutto essere vicini alle famiglie e ai detenuti perché la pena sia rispettosa della nostra Costituzione e perché le fragilità psichiche abbiano servizi migliori di prese in carico, come il metodo dei Budget di Salute.
Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo agire per superare il muro di cinta che ci divide e far sentire che siamo un’unica comunità.
Alla famiglia del giovane ventisettenne arrivi tutta la solidarietà mia e della Coalizione ArCo.