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Le giovani donne e i giovani uomini che ho incontrato da Alimenta Benevento hanno sete di capire, voglia di impegnarsi. Sono desiderosi di credere che un’altra politica sia possibile perché sono stanchi di sentirsi “pacchi” di voti da spostare o da scambiare. I nostri giovani se ne vanno convinti che non ci sia futuro per una “piccola città” come la nostra, fatta ancora di campagna oltre che di centro urbano.

Invece una città come Benevento ha più futuro delle altre, ma solo se recupera una vocazione di città accogliente, green, intelligente. Le statistiche ci dicono che il numero degli over 65 per la prima volta nella storia supera progressivamente il numero degli under 15: c’è un’Italia che sta già scomparendo se consideriamo che 3000 comuni sono a rischio di estinzione nei prossimi 10 anni. E se a questo dato aggiungiamo il fenomeno dei Neet – circa due milioni e mezzo di giovani under 30 che hanno deciso di non studiare e di non cercare lavoro – capiamo quanto sia essenziale invertire questa tendenza al negativo e investire sulla economia verde, sulla intelligenza e sulla coesione sociale. Benevento può e deve diventare una smart city piccola, bellissima e di “alta qualità”.

Essere piccoli ci mette al riparo dalla spregiudicata globalizzazione finanziaria, ci fa recuperare una dimensione “di prossimità” del commercio e della piccola impresa. Abbiamo competenze scientifiche d’eccellenza che si formano all’Università del Sannio, abbiamo un patrimonio storico e culturale che, in connessione con le nuove tecnologie, potrà essere valorizzato.

𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚? 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐢 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐬𝐢 𝐢𝐧𝐧𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐮𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚?

L’unica chance che abbiamo è che il nuovo governo di Benevento non guardi “al problema”, non ripari “un problema”: c’è necessità di una presa in carico complessiva della città di Benevento. Dobbiamo “guarirla” dentro dalla depressione in cui si è specchiata in questi ultimi anni e restituirle fuori il ruolo di protagonista di Capoluogo di Provincia, snodo essenziale non solo regionale, ma anche nazionale, tra centro e sud Italia. La “porta” dell’Arco Traiano, d’altra parte, è il simbolo di questo crocevia.

Insieme ai giovani che sto incontrando in questo inizio di campagna elettorale sento che si può fare.

Foto: Luca Daniele