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《Ho ascoltato con molta attenzione la conferenza stampa di presentazione del programma del candidato sindaco di Benevento Mastella. Ho sentito parlare di verde, di piste ciclabili, di cambiamento climatico, di manutenzione e sostituzione dei caloriferi, di una città fluviale, finanche di una metropolitana leggera e di superficie!Ho subito pensato a due cose: o il giovane Clemente dal 2019 era iscritto ai laboratori di Civico22 a nostra insaputa oppure, cosa più probabile, ha capito che non potendo parlare al passato di ciò che non ha fatto, può solo parlare al futuro di ciò che andrebbe fatto.In questa conferenza Mastella ricorda Giammaria Volontè in “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, di Elio Petri: lascia dappertutto tracce per dire che è lui l’assassino, il responsabile del declino di questa città e poi, in attesa del verdetto degli elettori, inizia un racconto iperbolico proprio sulle tracce dei suoi fallimenti amministrativi.Le chiacchiere stanno a zero: la città ha perso ancora posizione nella classifica della qualità di vita, sia nella classifica di Avvenire che de “Il Sole 24 ore”, ha avuto un drastico peggioramento della qualità dell’aria e dell’acqua, secondo indagini scientifiche europee ed italiane. Il sindaco uscente non ha fatto nulla per il Parco Cellarulo e la Spina Verde, lasciati marcire alla luce del giorno; ha totalmente dimenticato le contrade al loro destino già segnato da decenni di abbandono (tranne qualche ritocco qua e là in queste ultime settimane di campagna elettorale); nulla ha fatto per la mobilità sostenibile e per il digital divide cittadino. Parla di disabilità e non dice di aver chiuso l’unico centro funzionante della città, perdendo fondi regionali; nulla ha fatto per fare avanzare la grande riforma dei Budget di Salute (che ignora completamente) che a Benevento hanno segnato una pietra miliare della psichiatria italiana. Un cittadino di media conoscenza dei fatti politici e storici della città potrebbe liquidare la conferenza di Mastella in un solo modo: l’analisi della città da parte di un reo confesso. La declinazione al futuro utilizzata da un uomo che è al potere dal 1976 dovrebbe solo far sorridere di tenerezza i beneventani per questo eterno candidato impaurito di perdere l’occasione di appartenere ancora ad un mondo, quello della politica nazionale, che non lo cerca più.La sua boutade di aver trasformato il “paese” Benevento in una città è poi l’ultima confessione: cinque anni fa, Mastella ha preso Benevento per il rotto della cuffia e per gli errori dei suoi avversari ed ha amministrato evitando di fare un qualsiasi atto amministrativo che fosse un vero atto di programmazione politica: prima con la dichiarazione del dissesto, poi con la gestione inerte della pandemia. Ha amministrato nell’immobilismo più totale, garantendosi, grazie alla sua inedita posizione, ospitate qua e là sulle reti nazionali. Con la storia del paesello rinato cerca disperatamente di prendere in giro un elettorato accorto che lo ha già bocciato, tanto che si è dovuto barricare dietro trecento candidati, sapendo che solo il suo nome, dopo 5 anni trascorsi senza alcun visibile risultato per la nostra importante città, non sarebbe bastato neanche ad arrivare al ballottaggio》.