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I comuni e le istituzioni europee presenti a Bari il 5 ottobre 2022 per il seminario “L’economia sociale tra sviluppo e resilienza: esperienze a confronto nelle aree interne e nei piccoli comuni” nell’ambito del monitoraggio della Carta di Lussemburgo, convengono sulla necessità di richiamare l’attenzione dell’Unione Europea su sfide inedite ancora poco dibattute e normate in ambito europeo.

La specificità dei piccoli comuni, che rappresentano la stragrande maggioranza dei sistemi municipali dei paesi membri UE, e la resilienza delle aree rurali europee, 80% del territorio fisico europeo, richiedono oggi uno “sguardo capovolto”: da “place left behind”, luoghi lasciati indietro dall’accentramento progressivo dei processi produttivi ed abitativi, questi luoghi sono potenzialmente i principali attori del green new deal.  In queste comunità, abitate da meno di 5000 persone e distanti dai principali centri abitati, non è possibile scindere una dimensione sociale dalla dimensione economica. Spopolamento progressivo, invecchiamento della popolazione, denatalità, abbandono delle terre ed emigrazione giovanile sono cinque caratteristiche comuni a questi luoghi. Capovolgendo lo sguardo in queste comunità la leva dell’economia sociale per la trasformazione economica e demografica può avere effetti e ricadute immediate anche con sforzi meno ingenti di ciò che si rende necessario come impegno per la transizione ecologica nelle grandi infrastrutture industriali dell’Unione e nelle città metropolitane e per questo possono essere le comunità rurali i primi attori della transizione senza dover subire i grandi sconvolgimenti che sono richiesti agli altri.

Come ben dimostrano le esperienze dei Piccoli Comuni del Welcome a Bari e le municipalità francesi riunite nell’Alleanza dei territori accoglienti (ANVITA) in un’area interna non è possibile distinguere tra transizione ecologica, transizione demografica e costruzione della coesione sociale,  perché una pala eolica piantata su un Appennino italiano o una piana francese ha un valore veramente “economico” per il territorio in cui insiste solo se l’energia prodotta e la manutenzione stessa dell’impianto avrà ricadute reali sulla popolazione locale oltre che sul flusso globale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Non c’è differenza tra il buon funzionamento di una comunità energetica e l’imprenditorialità di una cooperativa di comunità, in tutti e due i casi il risultato verrà valutato non solo in termini di impatto ambientale e sostenibilità economica, ma anche nella capacità di aver attivato ed innovato le energie lavorative locali e le forme di cooperazione tra popolazione locale ed amministrazione pubblica.

Inoltre in questi territori è possibile sperimentare l’approccio onehealth, sia nella forme del caring personalizzato per tutte le fasce della popolazione fragile (anziani, minori , disabili, ex detenuti, soggetti con sofferenza psichiatrica, neet) , sia nella connessione inscindibile tra salute del territorio e salute della popolazione. Non può esistere salute umana in un ambiente degradato ed abbandonato, così come non ci può essere cura degli ecosistemi in ambienti spopolati. La gestione dei fenomeni della siccità e degli incendi estivi, ad esempio, hanno a che vedere con il grado di intraprendenza e di cooperazione degli abitanti di un determinato territorio e la corretta interazione tra policy pubblica, spirito di impresa e cura del genius loci. Così come il grande tema dell’accoglienza dei popoli che fuggono dalle guerre e dagli sconvolgimenti climatici ed economici ha una ricaduta decisiva in termini di ripopolamento e vitalità di borghi abbandonati, una ricaduta che non ha pari con il resto dei luoghi.

Per queste ragioni, qui solo accennate, riteniamo che l’economia sociale nelle piccole comunità non debba essere relegata a trama residuale dell’economia tradizionale e neanche essere trattata alla stregua delle ricadute che l’economia sociale ha in altri territori abitati. Per il futuro l’Europa dovrà dotarsi di strumenti precisi per proteggere e promuovere in un approccio olistico lo sviluppo dell’economia sociale e le pratiche dell’amministrazione condivisa per queste terre del Welcome.

Il programma:
L’appuntamento è alla Camera di Commercio di Bari mercoledì 5 ottobre (Salone San Nicola, corso Cavour, 2) alle ore 9,30.

Dopo il saluto introduttivo di Edi Cicchi, presidente della commissione Welfare dell’Anci e assessore al Comune di Perugia, si parlerà di “Riforma del Terzo settore: nuove forme di collaborazione tra enti locali e Terzo settore come leva per l’economia sociale”. Ne parleranno Alessandro Lombardi, direttore Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese del ministero del Lavoro e delle politiche sociali; Luciano Gallo, referente contratti pubblici e innovazione sociale, diritto del Terzo settore di Anci Emilia-Romagna; Luigi Corvo, Università degli Studi Bicocca di Milano, Consiglio nazionale del Terzo settore; Valentina Romano, direttore del Dipartimento Welfare della Regione Puglia; Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore.
Gianfilippo Mignogna, sindaco di Biccari (Fg); Angelo Moretti, presidente del Consorzio Rete Sale della Terra e Luca Raffaele, ceo di Next Social Commerce, piattaforma di ecommerce Gioosto saranno i protagonisti della sessione “Aree interne inclusive tra welfare e welcome”

Nel pomeriggio, dalle ore 14, al centro del dibattito ci sarà: Il sistema di accoglienza ed integrazione come motore di rigenerazione umana. Il futuro dei piccoli comuni accoglienti, le esperienze italiana e francese. Intervengno: Rosanna Mazzia, sindaco di Roseto Capo Spulico (Cs); Vito Fusco, sindaco di Castelpoto (Bn); Salvatore Mazzone, sindaco di Pietrelcina (Bn); Giovanni Teneggi, direttore di Confcooperative Reggio-Emilia; Myriam Laïdouni-Denis, vice-presidente e fondatrice dell’organizzazione francese Anvita Associazione nazionale dei paesi e dei territori accoglienti.
I tavoli di discussione della giornata saranno moderati dal direttore di VITA, Stefano Arduini

Le conclusioni sono affidate al ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando e al presidente Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Qui il lancio dell’evento su VITA non profit