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L’11 luglio saremo qui a Kiev per chiedere all’Europa di essere leader dei negoziati di pace e per costruire con la società civile Ucraina il futuro del paese e del sogno europeo. 
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Delicati, intensi, entusiasmanti, di apertura e rilancio: gli scambi di due ore e mezzo di dialogo che martedì sera (14 giugno) abbiamo avuto con dieci associazioni e venti ragazze e ragazzi della società civile ucraina in questo secondo viaggio in Ucraina sono stati così. Giovani registi, studenti, attivisti della resistenza, operatori di pronto soccorso, avvocati ci hanno parlato del desiderio di tornare a vivere, delle loro paure e della loro piena consapevolezza (e speranza) che il futuro dell’Ucraina si possa “rigenerare solo nella pace”
Mercoledì mattina, invece, l’amministrazione comunale di Kiev, Vicesindaca Konda in testa, ci ha ricevuto con i crismi di una delegazione diplomatica, riconoscendo alla società civile europea che rappresentavamo uno status di interlocutore istituzionale. Abbiamo parlato della manifestazione dell’11 luglio prossimo, di come organizzarla e che obiettivi darci ed abbiamo concordato che, per motivi di sicurezza, la manifestazione potrà riguardare solo 150 persone del MEAN più altrettante circa della società civile ucraina e l’Amministrazione di Kiev ci ha concesso l’autorizzazione. 
L’idea è anche quella di creare gruppi di lavoro perché ogni europeo stringa rapporti di amicizia singolarmente con gli ucraini presenti, in una relazione personale costruita. Nei gruppi di lavoro parleremo di come mettere in salvo i bambini, le opere museali aggredite, i sofferenti psichici, come innovare i sistemi di soccorso e parleremo di come si potrebbe costruire un processo di pacificazione.
E soprattutto di altri due impegni strategici in questo momento: i campi solari in Italia per bambini e i gemellaggi tra Comuni. 
L’amministrazione ci ha fornito una lista di 78 persone, 20 nuclei familiari, sono vedove ed orfani di caduti della resistenza, che verranno in Italia ospiti dei Comuni del Welcome per un mese, la partenza di questo primo gruppo è prevista per fine giugno, poi ce ne sarà un’altra a fine luglio.
Per i gemellaggi tra città europee e ucraine, il Comune di Kiev, che ha anche la presidenza dell’associazione dei comuni ucraini, si è detto estremamente interessato e nei prossimi giorni seguiranno dei passi formali.
Nella serata – grazie all’azione diplomatica di Gloria Mascellani, consacrata del movimento dei Focolari di Kiev e alla capacità di mediazione linguistica di Tatyana Shyshnyak, una “beneventana di Dontesk” – abbiamo incontrato il Vescovo ausiliare di Kiev, padre Alexander, con il Nunzio Apostolico Visvaldas Kulbokas, con l’ambasciatore italiano Zazo, che abbiamo informato della nostra iniziativa, e con l’ambasciatrice croata, Anicia Djamic, con il procuratore di Kiev.
La Delegazione del MEAN Movimento Europeo Azione Nonviolenta, con Marianella Sclavi che, da esperta in mediazione dei conflitti, ha tessuto relazioni e dialogo, ed Erminio Fonzo, ricercatore di storia all’Università degli Studi di Salerno, che ha raccolto dati e informazioni come oggetto di studio e racconto, ha ricevuto endorsement a perseguire nell’intento di un ponte tra le due società civili per chiedere all’Europa di essere leader della pace.
Nell’incontro con lui, abbiamo informato l’ambasciatore italiano in Ucraina, Pier Francesco Zazo, della organizzazione della manifestazione dell’11 luglio.
Da queste due giornate e dalla visita a piazza Maidan, raccontata da Igor che era nella piazza in quei giorni del novembre 2013 quando gli ucraini hanno lottato per il futuro di entrare nell’Unione Europea, siamo. ancora più consapevoli dell’urgenza di non dover lasciare soli gli ucraini al loro destino, perché da Maidan riprende e dipende il destino dell’Europa.
Per partecipare alla marcia a Kiev dell’11 luglio:
www.projectmean.it – iscrivetevi!!