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Ieri a Palermo abbiamo presentato non solo la Rete delle Portinerie di comunità, ma una prospettiva di rovesciamento del modo di pensare e fare welfare in Italia.

Se è vero, infatti, che le Portinerie di comunità®️ in Italia hanno messo a sistema un metodo scientifico di accoglienza e presidio delle fragilità e delle marginalità sociali, l’intuizione che Angela Errore, responsabile dell’area “Politiche migratorie” del Comune di Palermo ha avuto di attivare nei progetti Sai palermitani le Portinerie di comunità®️ traccia una strada rivoluzionaria nel modo di “fare accoglienza”.

Sostenuta dall’assessora alle Politiche sociali, Rosy Pennino, che durante il suo intervento l’ha definita una “opportunità straordinaria”, la presenza di una Portineria di comunità®️ all’interno dei progetti Sai trasforma le persone migranti da “accolti” ad “accoglienti”, disarmando la narrazione “emergenziale” della migrazione in Italia e nei nostri territori.

È, dunque, quello che con il Manifesto dei Piccoli Comuni del Welcome diciamo dal 2016: il sistema Sai è “luogo” di welfare per tutti nei luoghi dove nasce, è la marginalità che diventa “centro”, superando sé stesso e l’idea riduttiva di “servizio per altri” che se ne ha.

Da ieri, dunque, i progetti Sai del Comune di Palermo fanno un salto di qualità: con Chiara Saraceno, Antonio Damasco, Angela Errore, Rosy Pennino e la Rete delle Portinerie di comunità®️ iniziamo un cammino di presidio nei quartieri palermitani che ospitano un Sai che si apriranno al quartiere in una relazione positiva che aumenterà di sicuro la coesione sociale e l’idea di “accoglienza a doppia mandata di apertura”.

foto di Antonio Gervasi