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L’Unione europea si appresta a vivere un anno nuovo divisa in due modi diversi di intendere la sua responsabilità di essere forza di pace globale: da un lato accoglie un intero popolo di quaranta milioni di abitanti premiandone lo sforzo di aver tenuto testa ad un’aggressione senza pari; dall’altro progetta nuove frontiere extra Ue per trattenere e respingere, ancora prima della porta di ingresso, i poveri e i rifugiati.

Il 2024, con le elezioni di giugno, potrebbe rivelarsi un anno spartiacque: o si farà avanti l’Ue accogliente e visionaria, che oggi apre ad un popolo in lotta contro il suo oppressore, oppure potrebbe affermarsi un’Unione fortezza che spegne il suo faro e si riduce ad essere una frontiera a pagamento.

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