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Sognavamo di essere qui con te per mostrarti la nostra solidarietà, quando abbiamo visto i carri armati russi entrare nel tuo confine, ti abbiamo ammirato quando hai deciso di resistere, quando hai circondato i soldati russi non violenti con le tue bandiere, quando hai cantato a Odessa “va pe nsiero”, quando i razzi sono caduti quando siete diventati corpi disarmati davanti ai carri armati russi che invadono le città per fermare la loro avanzata con il vostro potere morale, quando avete organizzato una resistenza popolare, tutto questo ci porta alle origini del sogno europeo di un mondo libero, democratico, che res pone i diritti sociali.
Uno dei nostri guerriglieri, Germano Nicolini, ha scritto quanto segue:
“La gente pensa che la resistenza fosse solo un caso di armi. Ma si sbaglia. La resistenza era principalmente la cooperazione con le persone. Le persone erano con noi perché ci tenevamo a loro. Non abbiamo mai abbandonato il nostro popolo. E non ci hanno mai lasciato. Non mi hanno mai deluso. “
In nome di questa resistenza, oggi ci siamo riuniti qui per dirvi che anche come società civile non siamo tranquilli: così come i nostri governi cercano possibili modi per cessare il fuoco, anche noi come società civile ci sentiamo chiamati sul campo di battaglia, b Perché se non possiamo ancora fermare la guerra, sappiamo però che possiamo avanzare il mondo insieme, togliendo il veleno della guerra.
Il grande giornalista francese della resistenza Albert Camus ha scritto:
“Non ci sono due francesi, uno che combatte e l’altro che si ritrae arbitro in una lotta in corso. Infatti, anche se qualcuno vorrebbe guadagnarsi il conforto di chi giudica senza interferire, non interferire è impossibile ormai. Non puoi dire “non mi riguarda”. Perché ti riguarda completamente. Il fatto è che oggi la Germania non solo ha lanciato un attacco al migliore e coraggioso dei nostri connazionali, ma ha anche contribuito al proseguimento della guerra totale contro tutta la Francia, assolutamente indifesa ai suoi colpi mortali. Non dire: “Non mi riguarda. Vivo in un villaggio, e la fine dell’azione militare mi riporterà la pace di cui godevo all’inizio della tragedia
Così dovrebbe essere oggi in Europa. Non ci possono essere due Europa,una che manda armi e l’altra che sta a casa a guardare la TV,quando finirà questa aggressione,siamo tutti strettamente connessi,e non ci può essere un vero sentimento che lega i nostri popoli se continuiamo a dumati quella tregua che stiamo guardando ing per vale solo per gli Ucraini a vita. Siamo qui per dire: siamo tutti Ucraini! Tutti noi sentiamo che la lotta dell’Ucraina è la nostra lotta, che le speranze per il futuro della libertà, della democrazia e dello stato di benessere generale dell’Ucraina sono le speranze di tutto il sogno europeo!
Ma siamo anche tutti europei, l’Ucraina è l’Europa: sul Maidan ha definito la sua identità nel terzo millennio ed oggi è ufficialmente candidato membro. Ciò significherà che la fratellanza tra le nostre nazioni non può essere messa sulla burocrazia, e soprattutto sulla nostra amicizia. Un uomo diventa europeo non perché ha subito un concorso o un processo, ma perché decide di avere un’identità comune di nazioni democratiche, che cercano un mondo globale, accettano differenze di pensiero e di fede, dona dignità e umanità a voi sì r detenuti, abolite i rifugi per le persone con disturbi mentali, garantire istruzione gratuita, uguaglianza di genere e rinuncia al servizio militare per motivi di coscienza uso delle armi, cura dell’ambiente. Siamo qui per affermare ancora una volta che saremo dalla vostra parte sulla strada per entrare nell’UE come società civile e come compagni e compagni, a partire da oggi e con un piede nella libera e indipendente Ucraina del futuro. Vogliamo condividere con voi la bellezza delle poesie del poeta Shevchenko, perché sentiamo che le vostre canzoni di liberazione sono nostre.
Siamo qui per costruire un nuovo pacifismo UE insieme a voi. Per farvi un passo avanti e non indietro come nell’era della guerra fredda e la cortina di ferro alla quale qualcuno vuole brutalmente farci tornare: oggi noi come società civile combattiamo anche per il sostegno dei russi che vorrebbero vivere in Kratično libero e democratico muu mondo, chi cerca la pace ed è costretto tace, chi rifiuta la guerra, pagando il carcere per il rifiuto alla guerra.
E non è tutto. Siamo qui anche per difendere – insieme ai dissidenti russi – il futuro della cultura russa, la sua letteratura, la sua musica, i suoi campioni sportivi, la sua arte, la sua inventiva. L’Europa non sarebbe Europa senza Tchaikovskij e Dostoevskij, senza Pasternak e Tolstoj, senza Sacharov e Cechov.
Cari amici Ucraini, questo è ciò che vogliamo di più nel nostro cuore, stare con voi, in modo che possiate vincere la vostra giusta battaglia, e tutti insieme vincere la battaglia più radicale, quella volta a fermare la follia del mondo che sta cucinando t ʹsâ all’arrivo e terribili guerre. Siamo qui con voi per cercare una possibile tregua oggi, ma soprattutto per lavorare fianco a fianco per un’Europa pacifista di domani, l’Europa che doveva intervenire prima e meglio sui vostri confini con l’aiuto del Corpo Civile di Swider, e invece w come preso dalla guerra improvvisamente il 24 febbraio.
Noi europei siamo mobilitati per chiedere molti più sforzi diplomatici dai nostri governi nel prossimo futuro e per esporre i nostri corpi disarmati e subire vittime nelle nostre economie quotidiane causate dalla guerra e dalle sanzioni che colpiscono la nostra società, quindi tutti insieme perseguire attraverso la creatività e il concreto modi per fermare l’aggressione e iniziare il recupero civile e morale del paese ferito.
Oggi siamo qui riuniti per chiedere come società civili fraterne che l’Europa faccia il suo lavoro diplomatico in pieno svolgimento. L’Europa sosterrà l’Ucraina e prenderà l’iniziativa nei negoziati proprio ora! Nessuno dovrebbe dormire sereno mentre questa terra e questa gente sono sotto attacco.
Avanti Ucraina! Forza Europa! Per la pace!