Accademia dei Georgofili – Giornata di studio

Oggi partecipo alla Giornata di studio dell’Accademia dei Georgofili dal Titolo “Economia di prossimità: modelli ed esperienze per la rigenerazione delle aree interne”

Concept della giornata di studio: 

La transizione ecologica ha contribuito a riportare al centro del dibattito il tema delle aree interne, unitamente alle crisi alimentari ed energetiche, innescate dagli ultimi eventi (conflitto russo-ucraino), che ne hanno evidenziato il loro ruolo strategico. I fenomeni di insostenibilità delle aree urbane e la nuova domanda di qualità della vita hanno fatto riemergere il ruolo delle aree interne e la necessità di una loro rigenerazione trasformativa, valorizzando il patrimonio di risorse di cui sono detentrici (risorse naturali, forestali, ambientali, paesaggistiche, storiche, culturali, alimentari, ecc.).
Le aree interne sono i territori più fragili del paese, a rischio severo di desertificazione economica e sociale in conseguenza della generalizzata rarefazione delle attività antropiche e dei servizi, nonché del crescente spopolamento e indebolimento dei modelli di welfare (Barbera et al., 2022; Locatelli et al., 2022).
Negli ultimi anni, sta emergendo, però, una rinnovata attenzione alle aree interne, in una visione di sostenibilità multidimensionale, riportando il dibattito sull’emergenza dello spopolamento, sul degrado e sullo spreco di risorse, su un modello economico e sociale estrattivo che ha drenato risorse in alcune aree (interne), concentrandole in altre (urbane e costiere).
Pur seguendo gli indirizzi della “Long term vision” dell’UE, la questione centrale è indagare quale sia il percorso più efficace da intraprendere per rendere i processi trasformativi e rigenerativi realmente concreti ed efficaci, soprattutto nei territori più fragili nei quali operano filiere agroalimentari minori che non hanno chance sui mercati della competizione globale.
Ma per fare ciò bisogna uscire dal mainstream della competizione globale e percorrere strade alternative, basate sulla valorizzazione del patrimonio delle risorse locali e su modelli di coinvolgimento diretto dei cittadini/consumatori.
Un contributo importante, a questo riguardo, viene oggi dal mondo della ricerca scientifica che propone modelli, alternativi a quello convenzionale, basati “sull’innovazione sociale”, ma anche da alcune iniziative normative (si veda l.r. Emilia Romagna 19/2014). Modelli funzionali a una ri-territorializzazione dello sviluppo, che sia trasformativa e rigenerativa degli ecosistemi territoriali, orientata a ricostruire “luoghi” in cui vivere e lavorare, “luoghi che diventino anche spazi di mercato”, in cui tutti gli attori, inclusi quelli che operano dal lato della domanda (cittadini/consumatori), sperimentano un coinvolgimento esperienziale che crea valore (Marotta
Nazzaro, 2023).
L’economia di prossimità si ispira a questi nuovi modelli di sviluppo e creazione di valore territoriale e, in modo particolare, al concetto di territorio come spazio contestuale di produzione e di acquisto/consumo.
Il modello di economia di prossimità certamente non può trovare applicazione in tutti i territori interni che soffrono di fragilità economico-sociale. La sua applicabilità necessita di alcune condizioni minime, quali la presenza di filiere produttive semi-strutturate (filiere minori), con forte radicamento territoriale, la presenza di attività artigianali, di capitale naturale e di istituzioni locali pubbliche (enti locali) e private (associazioni culturali, di terzo settore, ecc.) sensibili ai temi dello sviluppo locale.
E’ necessario che ci siano i presupposti minimi per stimolare, anche attraverso policy mirate, un capitale sociale locale in grado di implementare l’innovazione sociale necessaria per il successo di un modello di cibo civile di prossimità.
Obiettivo della Giornata di Studio è quello di offrire un contributo al dibattito, teorico e politico-istituzionale, sui temi richiamati, utile a delineare un’analisi dei modelli di economia di prossimità e delle possibili policy, anche attraverso la testimonianza di esperienze italiane.
La Giornata di Studio vuole, dunque, stimolare gli studiosi, in particolare gli Economisti Agrari, a ri-orientare i percorsi di ricerca verso questioni cruciali per il futuro del Paese, anche in relazione all’analisi e alle politiche territoriali

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